Italia nella bufera. Terra di conquista per lo straniero
Piazza Affari, in un modo o nell’altro, regge bene e chiude in positivo. Complice come sempre una Wall Street
in terreno positivo. Però se provo a guardarmi indietro, quasi mi
vengono le lacrime, e mi rendo conto che i mercati finanziari saranno
anche drogati dalla politica monetaria, ma permettetemi, molto più grave è lo scoprire che è tutto drammaticamente corrotto.
Gli esempi li avete tutti davanti agli occhi.
Gli esempi li avete tutti davanti agli occhi.
Il primo esempio è ovviamente Monte dei Paschi di Siena. La
politica ha distrutto la più antica banca d’Italia e chi era in cabina
di regia ha fatto tutto quello che poteva inventarsi per polverizzare la
dignità di una banca che era un’istituzione, oltre che un pezzo di
storia. Si parla di tangenti per l’Acquisto di Antonveneta. Ma questa non è che uno degli aspetti della vicenda.
A leggere l’informativa del Nucleo Valutario della Finanza, la sensazione è quella di trovarsi nel Monte dei Paschi
di fronte a una associazione a delinquere. Una banda che era riuscita a
pianificare la truffa, l’imbroglio, il gioco delle tre carte. Per
ognuno dei soggetti di riferimento, come emerge dall’analisi dello
scambio di mail tra il management Mps, cambiavano le comunicazioni
sull’acquisto di Antonveneta. Rassicuranti a loro modo per il mercato,
per gli azionisti, e per Bankitalia e Consob. Un passo indietro.
All’inizio di questa storia, quando cioè muove i suoi primi passi la
trattativa per la cessione di Antonveneta. E’ l’8 novembre del 2007 e –
ricostruiscono gli 007 del generale Bottillo – «Mps comunica al mercato
di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per complessivi 9
miliardi di euro, per l’acquisizione del gruppo Banca Antonveneta al
netto della partecipata Interbanca». (Source)
E poi ovviamente, Saipem… e poi ancora le tangenti di Eni e di Scaroni…
L’amministratore
delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, al centro di un inchiesta della
procura di Milano e della guardia di finanza per una maxi tangente
pagata ad esponenti del governo algerino. Scaroni avrebbe partecipato ad
almeno un incontro per far aggiudicare all’Eni e a Saipem le commesse
miliardarie. Secondo le ricostruzioni dell’Ansa, l’ad avrebbe incontrato
a Parigi un intermediario di una società di Hong Kong, società che
avrebbe fatto da collettore delle tangenti destinate a funzionari
pubblici algerini per gli appalti Saipem. (Source)
E poi Finmeccanica…
Secondo
l’accusa, Orsi e Spagnolini hanno prima corrisposto ai due intermediari
Haschke e Gerosa, «attraverso un contratto di consulenza tra Agusta e
GOrdian Service (società riconducibile agli stessi), 400mila euro di cui
100mila venivano consegnati in contanti ai fratelli Tyagi».
Successivamente hanno «stipulato contratti di ingegneria, con le società
Ids India e Ids Tunisia, per fornire copertura al pagamento (tutt’ora
in corso) di somme di denaro per remunerare i pubblici ufficiali indiani
e gli intermediari Haschke e Gerosa, in un’operazione economica
(l’acquisto di elicotteri da parte del governo indiano, ndr) che vietava
la stessa previsione di compensi per la mediazione». Secondo il Gip,
inoltre, «Orsi e Spagnolini corrispondevano al consulente Cristian
Michel la somme complessiva di circa 30 milioni in parte destinati a
sostenere l’attività corruttiva finalizzata all’acquisizione della
commessa ed all’esecuzione del contratto». (Source)
Insomma, qui parliamo non solo di pezzi
di storia, ma di alcune delle poche aziende veramente internazionali che
l’Italia possiede, aziende che rischiano di diventare carna da
cannibalizzare proprio dall’estero, che non vede l’ora di addentarsi i
gioielli del Bel Paese a prezzi di saldo. E questo NON deve succedere,
perché una volta persa la proprietà, ne perderemo anche l’italianità,
diventando un paese sempre più scarno e più povero.
E poi.. ecco l’ultima arrivata: Banca Popolare di Spoleto. E’ la Banca d’Italia che a seguito di un’ispezione ha disposto lo scioglimento del CdA della banca che diventa di fatto commissariata.
E poi.. ecco l’ultima arrivata: Banca Popolare di Spoleto. E’ la Banca d’Italia che a seguito di un’ispezione ha disposto lo scioglimento del CdA della banca che diventa di fatto commissariata.
MILANO -
Finisce con la scelta dell’amministrazione straordinaria l’ispezione
della Banca d’Italia presso la Popolare di Spoleto. L’istituto umbro, le cui azioni erano
sospese da stamane in attesa di una comunicazione ufficiale, ha
confermato quanto molti temevano: il ministero dell’Economia, con un
decreto datato 8 febbraio disposto su proposta di Via Nazionale, ha
stabilito lo scioglimento degli organi di governo della banca. Con un
provvedimento della Banca d’Italia sono stati invece nominati i
commissari straordinari: Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e
Nicola Stabile, che si sono insediati oggi. I componenti del comitato di
sorveglianza sono Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana
Scognamiglio. (Source)
Sono senza parole, sconcertato e deluso.
Ed anche incuriosito dalla straordinaria tempistica della praticamente
contemporanea uscita di una serie di news che hanno distrutto aziende,
CdA, progetti industriali. Già viviamo in un paese in profonda crisi,
ora ci troviamo a fare i conti con una serie di vicende che mettono in
dubbio la credibilità di tutta un’economia. Lo scrivevo oggi su twitter. Il nostro listino, per 1/3 della sua capitalizzazione, ha grane con la legge.
Ma siamo in Italia o nel Far West? Ah, è vero, nel far West c’era
qualche regola che si rispettava e l’etica poteva ancora essere
considerata un valore.
STAY TUNED!
DT
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