Raccolta di strafalcioni, mala politica, inciuci vari,intrallazzi, fetenterie,porcate e Di tutto quello che si sa ma non si dice . Eseguita su articoli pescati nel web dei quali si conosce la paternita' ma non l'autenticita'.
giovedì 28 febbraio 2013
mercoledì 27 febbraio 2013
martedì 26 febbraio 2013
lunedì 25 febbraio 2013
domenica 24 febbraio 2013
Prodi condannato dalla Corte di Giustizia Europea , ma non si deve sapere !
La cittadinanza da restituire agli elettori
Editoriali
25/02/2013
La cittadinanza
da restituire agli elettori
cesare martinetti
Non abbiamo votato per una persona, non abbiamo potuto scegliere il nostro rappresentante in Parlamento tra altri candidati in base alle proposte di ciascuno e, magari, anche per come pensava di affrontare i problemi della nostra città. Abbiamo dato una delega in astratto. Nelle nuove Camere, nessuno di noi potrà dire quello è il mio deputato, voglio sapere come usa il mio mandato, cosa fa per il mio territorio, che responsabilità si prende.
Quella legge che la Consulta ha sanzionato e che il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha instancabilmente invitato il Parlamento a modificare, è simbolicamente il punto di svolta della seconda repubblica.
Seppellendo il bipolarismo, ha soffocato anche quell’idea di rinnovamento politico dopo gli anni di tangentopoli. È l’autobiografia di un sistema e di una classe dirigente: autosufficiente e autoreferenziale, che abbiamo imparato a definire «casta» per la capacità di autoriprodursi e autoalimentarsi. Gli scandali di questi mesi sull’uso dei rimborsi elettorali ne sono la rappresentazione più intollerabile e grottesca.
A voler conoscere i candidati si potevano leggere i nomi nei manifesti all’esterno dei seggi. In molti casi, nei primi posti, quelli «eleggibili», personaggi che nulla avevano a che fare con il territorio. E questo perché non essendoci sanzione popolare, i partiti (ad eccezione del Pd che ha fatto delle pur parziali primarie) hanno costruito le liste in base alle persone che volevano portare in Parlamento, sottraendo agli elettori la scelta delle persone. Una vera logica di casta.
Il nostro Paese ha molti problemi, apparentemente più importanti, ma la qualità di un sistema e la riconoscibilità che esso ha nei confronti dei cittadini è parte stessa del sistema. Il distacco maturato in questi ultimi anni tra elettori e «casta» è clamoroso. Il successo della lista di Beppe Grillo (che questa sera misureremo in termini di voti, ma che è già certificato dallo sconquasso che ha prodotto sul sistema), ha origine esattamente da lì.
In questi giorni in Francia si sta svolgendo un dibattito molto interessante da confrontare con i nostri problemi. Il Consiglio di Stato ha dato il via libera a una delle riforme del programma di François Hollande: il divieto di cumulo di cariche per i politici. In altre parole, chi è sindaco o titolare di un incarico esecutivo nelle autonomie locali non potrà più essere contemporaneamente parlamentare.
Per i francesi si tratta di una grossa rivoluzione perché il doppio incarico locale e nazionale appartiene al loro modo di far politica: tanto più si pesa localmente, tanto più forte sarà la propria voce in Parlamento e nei ruoli di governo. Chirac ha fatto il primo ministro conservando la carica di sindaco di Parigi. Mitterrand (sempre legatissimo alla sua Nièvre) raccomandava ai giovani socialisti che volevano crescere nel partito: «Fatevi un feudo (“fief”) in provincia». François Hollande, ha atteso nella sua Tulle di cui è stato sindaco per vent’anni l’annuncio della vittoria alle presidenziali. Persino il campionedei libertini Dominique Strauss-Khan è primo cittadino di Sarcelles.
La destra è contraria alla riforma, avendo un’idea notabilare del ruolo di parlamentare; il partito socialista è favorevole, ma spaccato sul farla subito o se aspettare il 2017, fine della legislatura. Il governo deciderà. Ma la cosa significativa su cui dovrebbe riflettere la politica italiana non è questo, bensì sul fatto che il presidente dell’Assemblée Claude Bertolone e il ministro dell’Interno Manuel Valls, entrambi socialisti, sono contrari a far subito la riforma perché un gran numero di parlamentari darebbero le dimissioni e questo provocherebbe una specie di autoscioglimento dell’Assemblée. Tradotto per noi: i politici francesi, messi di fronte all’alternativa tra mandato locale e mandato nazionale preferiscono il primo. Questo perché la politica o ha radici nel territorio o non è. Il collegio elettorale è tutto. E questo vale in ogni democrazia occidentale, a cominciare da quella storica inglese: il parlamentare è parte stessa della sua «costituency». E spesso, quando si determina un conflitto tra partito e interesse locale è quest’ultimo a prevalere.
Il nuovo Parlamento avrà molti dossier da affrontare: questo è uno dei più importanti. Restituire agli elettori la cittadinanza perduta. C’è da augurarsi che vi sia una maggioranza capace di guardare oltre l’interesse di partito perché la prossima volta sarà peggio. E che vi sia una maggioranza forte almeno su questa riforma, oltre gli schieramenti e magari con i grillini, a parole molto impegnati sui temi della democrazia di base e che nella realtà della politica (com’è il caso del sindaco di Parma Pizzarotti) potrebbero rivelarsi meno ideologici e più disponibili del loro intrattabile guru.
sabato 23 febbraio 2013
Crolla il mercato dell'auto.
In gennaio l'Europa dei 27 al più basso livello di sempre, solo la
crescita dell'Inghilterra sorregge il calo dell'Europa con (udite!)
Germania e, naturalmente Francia, Italia in forte sofferenza. La Spagna
festeggia grazie agli incentivi, ma una volta terminati, credetemi,
crollerà come un castello di sabbia alla prima onda.
L'UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), ci descrive la situazione attuale nella quale l'Unione Europea dei 27 registra in gennaio il più basso livello della storia e l'Europa nel suo complesso (27 + Efta) non arriva al milione di vetture. Secondo i dati comunicati oggi dall’ACEA, infatti, le immatricolazioni nel mese sono state 918.000, in flessione dell’8,5% sui risultati 2012. L’Italia, che un anno fa era ancora terza per numero di immatricolazioni, scende al quarto posto, scavalcata dalla Francia.
Che l'auto sia in sofferenza in modo trasversale è confermato dal fatto
che solo 12 Paesi su 27 + i 3 dell’Efta fanno meglio della media
europea, che è sorretta soprattutto da UK, senza il cui contributo il
calo dell’Europa sarebbe dell’11,5%. Così, con esclusione di UK, ci sono
solo 8 Paesi con il segno positivo che sostengono appena il 15% dei
volumi dell’Europa nel suo complesso.
Pertanto, il primo mese non parte bene: la Germania, primo mercato, segna un -8,6%, la Francia - ai volumi del 1997 - cala a doppia cifra (-15,1%), come l'Italia (-17,6%).
Bene Gran Bretagna (+11,5%), in linea positiva da 11 mesi, mentre la Spagna riprende quota grazie agli incentivi statali.
E le previsioni per il 2013? Pessime! Secondo l'UNRAE il mercato 2013 vedrà 1.326.000 immatricolazioni cioè -5,4%.
Dai risultati dell'Osservatorio “Previsioni & Mercato”, realizzato
dal Centro Studi UNRAE e diffusi dall'Associazione, emerge una nuova
stima per il mercato delle autovetture che – rispetto allo scorso
ottobre – rivede al ribasso la previsione 2013. Il risultato è frutto
dell'elaborazione di un modello econometrico che prende in
considerazione i driver economici e settoriali del mercato italiano.
venerdì 22 febbraio 2013
giovedì 21 febbraio 2013
LA DISPERAZIONE IN GRECIA HA RAGGIUNTO UN TALE LIVELLO CHE ANCHE LE PROTESTE SONO MENO VIOLENTE
mercoledì 20 febbraio 2013
Sciopero: la Grecia si è fermata
-Redazione- Articolo tre 20 febbraio 2013-
Nuova giornata di sciopero nazionale in Grecia contro i tagli agli stipendi e l'aumento delle tasse.
Quarantamila persone sono scese in piazza ad Atene.
Previsto il blocco dei trasporti, la chiusura delle scuole e ospedali aperti solo per le emergenze. I due principali sindacati ellenici hanno deciso il blocco di gran parte del Paese con un'astensione dal lavoro di 24 ore contro la politica di austerità che, denunciano, ha solo aggravato le condizioni di vita dei greci alle prese con il più alto tasso di disoccupazione europeo (al 27%) ma che nel 2013 è previsto in crescita al 30% nel 2013.
Schierati 3000 poliziotti in tenuta antisommossa.
Il governo di coalizione guidato da Antonis Samaras, al potere da otto mesi, è al lavoro per varare le riforme promesse. In cambio Unione europea e Fondo monetario internazionale hanno concesso ad Atene due pacchetti di aiuti finanziari per oltre 200 miliardi di euro.
Il governo ha anche deciso la linea dura verso gli scioperanti e, per due volte quest'anno, ha invocato le leggi d'emergenza precettando i lavoratori del trasporto marittimo e del trasporto pubblico locale dopo alcune proteste che hanno paralizzato Atene e fatto scarseggiare i prodotti alimentari sulle isole greche.
Nuova giornata di sciopero nazionale in Grecia contro i tagli agli stipendi e l'aumento delle tasse.
Quarantamila persone sono scese in piazza ad Atene.
Previsto il blocco dei trasporti, la chiusura delle scuole e ospedali aperti solo per le emergenze. I due principali sindacati ellenici hanno deciso il blocco di gran parte del Paese con un'astensione dal lavoro di 24 ore contro la politica di austerità che, denunciano, ha solo aggravato le condizioni di vita dei greci alle prese con il più alto tasso di disoccupazione europeo (al 27%) ma che nel 2013 è previsto in crescita al 30% nel 2013.
Schierati 3000 poliziotti in tenuta antisommossa.
Il governo di coalizione guidato da Antonis Samaras, al potere da otto mesi, è al lavoro per varare le riforme promesse. In cambio Unione europea e Fondo monetario internazionale hanno concesso ad Atene due pacchetti di aiuti finanziari per oltre 200 miliardi di euro.
Il governo ha anche deciso la linea dura verso gli scioperanti e, per due volte quest'anno, ha invocato le leggi d'emergenza precettando i lavoratori del trasporto marittimo e del trasporto pubblico locale dopo alcune proteste che hanno paralizzato Atene e fatto scarseggiare i prodotti alimentari sulle isole greche.
Lavoratori Equitalia, stop sciacallaggio
(ANSA) - ROMA, 20 FEB - I lavoratori di Equitalia ''ricordano
che quegli stessi politici che oggi tanto inveiscono sulle
regole della riscossione, sono proprio gli autori delle leggi
che regolamentano l'attivita' e che devono essere applicate
senza margine di discrezionalita'''. Lo scrivono i sindacali dei
lavoratori Equitalia che chiedono: basta sciacallaggio.
martedì 19 febbraio 2013
lunedì 18 febbraio 2013
domenica 17 febbraio 2013
Nessuno come l’Italia ci guadagnerebbe, lasciando l’euro
Dovremmo applicare una terapia opposta a quella, suicida, di Monti.
sabato 16 febbraio 2013
Marra: "Il bilderbeghino Obama accorre in aiuto del bilderberghino Monti.
"Giustamente tra uomini Bilderberg ci si aiuta.. Obama non è
direttamente lui stesso membro del Bilderberg, come ad esempio Clinton,
ma esponenti del suo governo partecipano ufficialmente alle riunioni del
Bilderberg, sicché non è altro, anche lui, che un misero pupazzo delle
banche. Un pupazzo che non è stato partorito da internet, ma dal potere
bancario, e che 'coerentemente' corre in aiuto del collega
bilderberghino Monti in evidente difficoltà. Berlusconi teme che il
Bilderberg gli faccia di nuovo cadere i suoi titoli in borsa o che gli
scagli contro con ancora più veemenza la magistratura, ma se affrontasse
questi temi vincerebbe senz'altro le elezioni. Io non condivido
Berlusconi, ma se vince Bersani abolisce del tutto il denaro liquido e
istituisce chissà che provvedimenti folli per favorire il rastrellamento
delle tasse, che poi servono per pagare ai suoi padroni (le banche e il
Bilderberg) il denaro che invece gli Stati potrebbero produrre da sé.
Anche Bersani e Napolitano sono di fatto uomini Bilderberg benché non
siano formalmente iscritti a questa organizzazione criminale, perché
sanno che Monti né è membro e sanno che è un circolo occulto e illecito,
per cui sono complici di fatto di Monti."
Alfonso Luigi Marra
diffuso da PAS-FermiamoLeBanche&LeTasse
Alfonso Luigi Marra
diffuso da PAS-FermiamoLeBanche&LeTasse
venerdì 15 febbraio 2013
giovedì 14 febbraio 2013
mercoledì 13 febbraio 2013
SALVARE LA BANCA DI SIENA
VOCI SEMPRE PIÙ INSISTENTI CHE CIRCOLANO NELLA COMUNITÀ FINANZIARIA SU UN DOSSIER ,GIÀ CONFEZIONATO, IN CUI SI SUGGERISCE LA NECESSITÀ DI SALVARE LA BANCA DI SIENA ATTRAVERSO LA FUSIONE CON BNP PARIBAS
Luigino Abete ha smesso di sudare. Tutto ciò che sta avvenendo nella politica sembra dargli ragione a cominciare dai consigli che aveva dato a Luchino di Montezemolo per non farsi oscurare dal grigiore di una brutta campagna elettorale. E nessun rimpianto sembra avere per il Campidoglio anche se ha coltivato a lungo l'idea di essere l'alternativa migliore al sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno.EMANUELE CRIALESE
Adesso la sua attenzione è interamente concentrata sulla BNL, la banca che presiede dal 1998 e che nel febbraio 2006 è passata nelle mani dei francesi di Bnp Paribas. Nel suo ufficio di via Veneto l'ex-tipografo romano ha dedicato le ultime settimane alla campagna di comunicazione che durerà tutto l'anno per festeggiare i 100 anni della banca che in origine si chiamava Istituto nazionale di credito per la cooperazione e nel '92 è stata privatizzata.
Per celebrare l'evento sono state avviate numerose iniziative tra cui un logo di buona fattura disegnato dalla agenzia milanese FilmMaster in cui si vedono cinque parentesi di colore acciaio che dovrebbero indicare il ponte tra il passato e il futuro. Non a caso il logo scelto da Luigino e dall'amministratore delegato Fabio Gallia è accompagnato dal playoff "Ogni giorno è futuro", ed è lo stesso che si può già vedere nel filmato di 100 secondi del regista Emanuele Crialese. Anche in questo spot si ritrovano i toni caldi che hanno caratterizzato la campagna pubblicitaria con cui l'Enel l'anno scorso ha celebrato i suoi 50 anni.
FABIO GALLIA LUIGI ABETE Protagonisti sono gli italiani, uomini, donne, bambini e nascituri. Quando Luigino lo ha visto in una saletta della banca si è commosso e ha dimenticato di colpo il putiferio che si è scatenato intorno al sistema bancario dopo le vicende di MontePaschi.
Questa distrazione può essere interpretata con il fatto che Abete gioca un ruolo sovrastrutturale rispetto alla gestione del suo istituto dove l'amministratore alessandrino Fabio Gallia ha le responsabilità più grandi. Sarebbe però opportuno che Luigino tenesse conto delle voci sempre più insistenti che circolano nella comunità finanziaria su un dossier ,già confezionato, in cui si suggerisce la necessità di salvare la banca di Siena attraverso la fusione con Bnp Paribas.
mussari arriva in tribunale A quanto si capisce il progetto è in fase molto avanzata ed è sostenuto dalla tesi che MontePaschi non ce la farà a sopravvivere senza un matrimonio con un'altra grande banca. Durante l'ultimo intervento televisivo nella trasmissione di Lilli Gruber, Alessandro Profumo si è dichiarato convinto che la banca ce la farà da sola attraverso una riduzione dei costi di 600 milioni e l'intervento dei Monti bond per i quali MontePaschi dovrà pagare entro l'anno interessi mostruosi al Tesoro.
Profumo Alessandro Nella stessa occasione l'ex-boyscout ,che ha portato il suo zainetto da Unicredit a Siena, ha picchiato in testa alla nomina di Peppiniello Mussari per la presidenza dell'Abi, poi ha concluso il suo intervento esclamando: "la politica non entrerà fino al 2015". Nessuno crede onestamente che prima di quella data MontePaschi possa camminare sulle sue gambe e anche se la politica non entrerà a Palazzo Sansedoni, sarà indispensabile trovare un socio di livello internazionale che possa dar vita al terzo polo bancario italiano.
Se il partner sarà la francese Bnp Paribas ,Luigino Abete potrà celebrare il centenario di BNL nel modo migliore.
MAZZETTOPOLI
L'India
ha sospeso per ora i pagamenti a Finmeccanica. Se l'inchiesta aperta da
Nuova Delhi proverà che vi è stata corruzione nella vendita di 12
elicotteri di AgustaWestland, "Finmeccanica potrebbe finire sulla
blacklist e la commessa potrebbe essere annullata", ha dichiarato il
ministro della Difesa A.K. Antony.
due pesi e due misure?
Italia nella bufera. Terra di conquista per lo straniero
Piazza Affari, in un modo o nell’altro, regge bene e chiude in positivo. Complice come sempre una Wall Street
in terreno positivo. Però se provo a guardarmi indietro, quasi mi
vengono le lacrime, e mi rendo conto che i mercati finanziari saranno
anche drogati dalla politica monetaria, ma permettetemi, molto più grave è lo scoprire che è tutto drammaticamente corrotto.
Gli esempi li avete tutti davanti agli occhi.
Gli esempi li avete tutti davanti agli occhi.
Il primo esempio è ovviamente Monte dei Paschi di Siena. La
politica ha distrutto la più antica banca d’Italia e chi era in cabina
di regia ha fatto tutto quello che poteva inventarsi per polverizzare la
dignità di una banca che era un’istituzione, oltre che un pezzo di
storia. Si parla di tangenti per l’Acquisto di Antonveneta. Ma questa non è che uno degli aspetti della vicenda.
A leggere l’informativa del Nucleo Valutario della Finanza, la sensazione è quella di trovarsi nel Monte dei Paschi
di fronte a una associazione a delinquere. Una banda che era riuscita a
pianificare la truffa, l’imbroglio, il gioco delle tre carte. Per
ognuno dei soggetti di riferimento, come emerge dall’analisi dello
scambio di mail tra il management Mps, cambiavano le comunicazioni
sull’acquisto di Antonveneta. Rassicuranti a loro modo per il mercato,
per gli azionisti, e per Bankitalia e Consob. Un passo indietro.
All’inizio di questa storia, quando cioè muove i suoi primi passi la
trattativa per la cessione di Antonveneta. E’ l’8 novembre del 2007 e –
ricostruiscono gli 007 del generale Bottillo – «Mps comunica al mercato
di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per complessivi 9
miliardi di euro, per l’acquisizione del gruppo Banca Antonveneta al
netto della partecipata Interbanca». (Source)
E poi ovviamente, Saipem… e poi ancora le tangenti di Eni e di Scaroni…
L’amministratore
delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, al centro di un inchiesta della
procura di Milano e della guardia di finanza per una maxi tangente
pagata ad esponenti del governo algerino. Scaroni avrebbe partecipato ad
almeno un incontro per far aggiudicare all’Eni e a Saipem le commesse
miliardarie. Secondo le ricostruzioni dell’Ansa, l’ad avrebbe incontrato
a Parigi un intermediario di una società di Hong Kong, società che
avrebbe fatto da collettore delle tangenti destinate a funzionari
pubblici algerini per gli appalti Saipem. (Source)
E poi Finmeccanica…
Secondo
l’accusa, Orsi e Spagnolini hanno prima corrisposto ai due intermediari
Haschke e Gerosa, «attraverso un contratto di consulenza tra Agusta e
GOrdian Service (società riconducibile agli stessi), 400mila euro di cui
100mila venivano consegnati in contanti ai fratelli Tyagi».
Successivamente hanno «stipulato contratti di ingegneria, con le società
Ids India e Ids Tunisia, per fornire copertura al pagamento (tutt’ora
in corso) di somme di denaro per remunerare i pubblici ufficiali indiani
e gli intermediari Haschke e Gerosa, in un’operazione economica
(l’acquisto di elicotteri da parte del governo indiano, ndr) che vietava
la stessa previsione di compensi per la mediazione». Secondo il Gip,
inoltre, «Orsi e Spagnolini corrispondevano al consulente Cristian
Michel la somme complessiva di circa 30 milioni in parte destinati a
sostenere l’attività corruttiva finalizzata all’acquisizione della
commessa ed all’esecuzione del contratto». (Source)
Insomma, qui parliamo non solo di pezzi
di storia, ma di alcune delle poche aziende veramente internazionali che
l’Italia possiede, aziende che rischiano di diventare carna da
cannibalizzare proprio dall’estero, che non vede l’ora di addentarsi i
gioielli del Bel Paese a prezzi di saldo. E questo NON deve succedere,
perché una volta persa la proprietà, ne perderemo anche l’italianità,
diventando un paese sempre più scarno e più povero.
E poi.. ecco l’ultima arrivata: Banca Popolare di Spoleto. E’ la Banca d’Italia che a seguito di un’ispezione ha disposto lo scioglimento del CdA della banca che diventa di fatto commissariata.
E poi.. ecco l’ultima arrivata: Banca Popolare di Spoleto. E’ la Banca d’Italia che a seguito di un’ispezione ha disposto lo scioglimento del CdA della banca che diventa di fatto commissariata.
MILANO -
Finisce con la scelta dell’amministrazione straordinaria l’ispezione
della Banca d’Italia presso la Popolare di Spoleto. L’istituto umbro, le cui azioni erano
sospese da stamane in attesa di una comunicazione ufficiale, ha
confermato quanto molti temevano: il ministero dell’Economia, con un
decreto datato 8 febbraio disposto su proposta di Via Nazionale, ha
stabilito lo scioglimento degli organi di governo della banca. Con un
provvedimento della Banca d’Italia sono stati invece nominati i
commissari straordinari: Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e
Nicola Stabile, che si sono insediati oggi. I componenti del comitato di
sorveglianza sono Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana
Scognamiglio. (Source)
Sono senza parole, sconcertato e deluso.
Ed anche incuriosito dalla straordinaria tempistica della praticamente
contemporanea uscita di una serie di news che hanno distrutto aziende,
CdA, progetti industriali. Già viviamo in un paese in profonda crisi,
ora ci troviamo a fare i conti con una serie di vicende che mettono in
dubbio la credibilità di tutta un’economia. Lo scrivevo oggi su twitter. Il nostro listino, per 1/3 della sua capitalizzazione, ha grane con la legge.
Ma siamo in Italia o nel Far West? Ah, è vero, nel far West c’era
qualche regola che si rispettava e l’etica poteva ancora essere
considerata un valore.
STAY TUNED!
DT
martedì 12 febbraio 2013
Draghi: «Nessuna guerra sull'euro»
Maddalena Camera
- Mer, 13/02/2013 - 07:36
Per il presidente della Bce Mario Draghi non si può chiamare guerra
delle valute. Certo è, però, che le manovre del Giappone che hanno
indebolito lo yen e l'apprezzamento dell'euro, che in sei mesi ha
guadagnato più del 10% sul dollaro, non hanno fatto e non faranno bene
all'economia del Vecchio continente. «È esagerato parlare di guerra
valutaria - ha detto Draghi-; non c'è niente che faccia pensare che sia
scoppiato un conflitto tra valute». Il presidente della Bce ha quindi
ribadito che «la definizione di un obiettivo politico di cambio per
l'euro non è tra le prerogative della Bce, il cui mandato è la stabilità
dei prezzi a medio termine, importante per la crescita».
L'Eurotower il prossimo mese diffonderà le nuove stime, in cui verranno valutati gli effetti della rivalutazione della valuta. Ma anche se i Paesi del G7 hanno ribadito che non ci saranno impedimenti alla libera fluttazione dell'euro rispetto alle altre monete, hanno voluto sottolineare l'impegno a coordinarsi per lottare contro le svalutazioni competitive come è stata per l'appunto quella nipponica. Ai mercati, comunque, verrà lasciata la determinazione dei tassi di cambio, sulla base dei fondamentali delle rispettive economie. Olli Rehn, il commissario Ue per gli Affari economici e monetari, ha più volte sottolineato che «un forte apprezzamento dell'euro avrebbe un maggiore impatto sui Paesi dell'Eurozona del Sud, più sensibili sul fronte delle esportazioni». Secondo Rehn il tasso di cambio dovrebbe rispecchiare solo i fondamentali dell'economia, e non essere uno strumento politico.
Posizione ribadita anche da Draghi, che ha osservato: «Fare pressioni sull'Istituto centrale in materia di cambio, va contro la sua indipendenza».
Del resto all'ultimo consiglio della Bce, Draghi aveva già sottolineato che l'apprezzametno dell'euro rispetto a tutte le principali valute era dovuto a un ritorno di fiducia in Europa. Non c'è dubbio, comunque, che i titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona diano rendimenti ben superiori rispetto a quelli statunitensi e, dunque, siano molto più attraenti per gli investitori.
Rehn, a questo punto, si aspetta che la prevenzione delle svalutazioni competitive delle monete sia un impegno concreto e che venga riaffermato anche al G20 di Mosca, durante il fine settimana. Da parte sua il Giappone non si scompone.
«Tokio segue politiche idonee a superare la recessione deflazionistica», così il ministro delle Finanze, Taro Aso. Ma il fronte degli scettici, guidato da Parigi, dubita della buona fede del Giappone e vuole che l'Ue si attrezzi. Quanto ai problemi di alto debito e crescita scarsa, fatti registrare soprattutto da alcuni Paesi dell'Eurozona, la Bce si aspetta di poter presto avere ulteriori dettagli sui tagli e sugli sforzi per favorire la crescita.
In Spagna, intanto, le cose sembrano andar meglio. Le esportazioni sono aumentate del 20% circa, tra il 2009 e il 2012. E il premier Mariano Rajoy ha affermato che «anche se quello in corso sarà un anno difficile, la contrazione non sarà così intensa come nel 2012». Per questo la Borsa di Madrid (+1,9%) è stata ieri la migliore tra quelle europee.
L'Eurotower il prossimo mese diffonderà le nuove stime, in cui verranno valutati gli effetti della rivalutazione della valuta. Ma anche se i Paesi del G7 hanno ribadito che non ci saranno impedimenti alla libera fluttazione dell'euro rispetto alle altre monete, hanno voluto sottolineare l'impegno a coordinarsi per lottare contro le svalutazioni competitive come è stata per l'appunto quella nipponica. Ai mercati, comunque, verrà lasciata la determinazione dei tassi di cambio, sulla base dei fondamentali delle rispettive economie. Olli Rehn, il commissario Ue per gli Affari economici e monetari, ha più volte sottolineato che «un forte apprezzamento dell'euro avrebbe un maggiore impatto sui Paesi dell'Eurozona del Sud, più sensibili sul fronte delle esportazioni». Secondo Rehn il tasso di cambio dovrebbe rispecchiare solo i fondamentali dell'economia, e non essere uno strumento politico.
Posizione ribadita anche da Draghi, che ha osservato: «Fare pressioni sull'Istituto centrale in materia di cambio, va contro la sua indipendenza».
Del resto all'ultimo consiglio della Bce, Draghi aveva già sottolineato che l'apprezzametno dell'euro rispetto a tutte le principali valute era dovuto a un ritorno di fiducia in Europa. Non c'è dubbio, comunque, che i titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona diano rendimenti ben superiori rispetto a quelli statunitensi e, dunque, siano molto più attraenti per gli investitori.
Rehn, a questo punto, si aspetta che la prevenzione delle svalutazioni competitive delle monete sia un impegno concreto e che venga riaffermato anche al G20 di Mosca, durante il fine settimana. Da parte sua il Giappone non si scompone.
«Tokio segue politiche idonee a superare la recessione deflazionistica», così il ministro delle Finanze, Taro Aso. Ma il fronte degli scettici, guidato da Parigi, dubita della buona fede del Giappone e vuole che l'Ue si attrezzi. Quanto ai problemi di alto debito e crescita scarsa, fatti registrare soprattutto da alcuni Paesi dell'Eurozona, la Bce si aspetta di poter presto avere ulteriori dettagli sui tagli e sugli sforzi per favorire la crescita.
In Spagna, intanto, le cose sembrano andar meglio. Le esportazioni sono aumentate del 20% circa, tra il 2009 e il 2012. E il premier Mariano Rajoy ha affermato che «anche se quello in corso sarà un anno difficile, la contrazione non sarà così intensa come nel 2012». Per questo la Borsa di Madrid (+1,9%) è stata ieri la migliore tra quelle europee.
lunedì 11 febbraio 2013
Azienda greca esporta in Europa hamburger: prodotti con carni di asino!
domenica 10 febbraio 2013
sabato 9 febbraio 2013
I Greci allo stremo bruciano di tutto
Fonte: Histologion (blog)
Da
qualche mese Atene vive coperta da una fitta cappa di smog prodotto
dal fumo dei camini e delle stufe a legna. Non è un fenomeno solo
ateniese, ma di tutta la Grecia ( specie al Nord), le città sono avvolte
da un odore acre dei fumi della legna e della cenere, mischiati a
tutti i tipi di sostanze tossiche bruciate.
Questa
è una delle piaghe sociali arrivate in Grecia in questi ultimi anni, è
il risultato diretto dell’austerità selvaggia imposta dalla troika e dal
governo greco che non è mai stato capace di proteggere i suoi
cittadini.
La
troika ha chiesto, e il governo greco ha eseguito, aumentando le tasse
sul gasolio da riscaldamento, quello che usano in quasi tutti gli
edifici greci, portandolo allo stesso prezzo del gas-auto. Già il
prezzo di un litro di benzina alla pompa in Grecia era il più alto
d’Europa, nel rispetto degli ordini ricevuti dalla troika.
In
Grecia il prezzo del gas è salito di oltre il 50% dal 2009, soprattutto
per l’aumento delle accise. Questo fatto, combinato con un calo del
reddito medio reale del 40-50%, ha determinato una diminuzione delle
entrate fiscali sul gas per un miliardo e mezzo di euro.
Visto
che adesso il combustibile per riscaldamento è diventato un lusso che
la maggior parte della gente non può permettersi (infatti se un
condominio non compra il combustibile per riscaldare il palazzo, ognuno
deve arrangiarsi per stare al caldo). Il crollo del consumo è sceso
fino all’80%. Quindi quasi tutti hanno docuto trovare alternative al
riscaldamento centrale e molti hanno preso stufette elettriche,
griglie a benzina o altre soluzioni che comunque costano meno del
gasolio anche se si bruciando qualsiasi cosa nei camini o nella vecchie
stufe a legna, a volte perfino con tragiche consequenze.
Ora
si sta cominciando a capire che poi non erano così pittoreschi i
villaggi di una volta quando usavano i sistemi tradizionali per
riscaldare le case. Ci stiamo rendendo conto che a confronto il gasolio
è maledettamente più ecologico se paragonato ai fumi di quello che si
brucia in un camino o in una stufa. Forse fa male, ma la gente brucia
mobili, plastica, materiali da costruzione e persino le scarpe vecchie ,
pur di riscaldarsi, quando ha veramente freddo e tutto questo rende
ancora più dannoso il mix tossico dei fumi che avvolgono le maggiori
città. SKAI TV di Atene ha detto che:
"Un
gruppo di scienziati di sette centri di ricerca entro il 10 febbraio
dovranno analizzare lo smog in diverse città per valutare l'impatto
ambientale di un maggior uso di camini e stufe a legna. Gli scienziati,
insieme al Centro per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione,
hanno verificato che bruciare legna in casa provoca un inquinamento
dell'aria 30 volte maggiore rispetto all'utilizzo di combustibili
bruciati in caldaie con manutenzione controllata. Hanno scoperto anche
che le concentrazioni di particolato di fumo da legna nell’atmosfera è
aumentato del 200% da dicembre 2010 a dicembre 2012, e di notte ancora
di più. Il Centro di Controllo è preoccupato perché l’aumento
dell'inquinamento dell'aria può provocare problemi respiratori e
allergie che aggravandosi arrecano danni al sistema neurologico e
riproduttivo.”
Il
prezzo della legna da ardere, naturalmente, è raddoppiato rispetto
all’anno scorso e l'incentivo ad abbattere gli alberi di foreste e
parchi è grande, tanto che sia i parchi che le riserve naturali hanno
già subito gravi perdite. Per effetto delle rigide temperature
invernali, questa tendenza si sta assestando un duro colpo all'ambiente e
le colline diventano sempre più spoglie mentre nuvole di smog si
sprigionano dagli incendi che avvelenano l'aria di Atene e delle altre
città con tutti i rischi che possono provocare sulla salute pubblica.
Il
Ministero dell'Ambiente ha dichiarato che il numero di casi di
disboscamento illegale è aumentato a dismisura nel 2012, come
documentano le oltre 3.000 denunce e il sequestro di 13 mila tonnellate
di alberi tagliati illegalmente. Un disboscamento così esteso in Grecia
avvenne solo durante la brutale occupazione nazista del 1940, a questo
punto hanno portato i cinque anni di recessione e le drastiche misure di
austerità messe in atto.
I
distributori di carburante protestano per un calo delle vendite del
75-80% nell'ultimo trimestre 2012, rispetto al 2011, e come logica
conseguenza c'è stato anche un crollo delle entrate fiscali per 400
milioni di euro solo per le mancate vendite di gasolio per
riscaldamento.
Il
Ministro delle Finanze, Yiannis Stournaras, professore di economia,
banchiere ed ex capo della IOBE, l’Associazione Economica degli
industriali greci , è stato comunque irremovibile, pur avendo un quadro
della situazione economica dello stato molto chiaro, continua a negare
l’agghiacciante evidenza che appare chiara a qualsiasi cittadino del
paese: rifiuta ancora qualsiasi aiuto anche per le famiglie più povere,
ma consiglia di "essere pazienti per un altro anno" e di aspettare che
il freddo passi. Geniale davvero!
Ma
poi ha anche detto che il crollo delle entrate sui carburanti per
riscaldamento è dovuto all’”accumulo fatto lo scorso anno", senza dare
importanza al calo delle vendite dell’ 80%. Ovviamente il culto del suo
credo economico non gli consente di prendere atto di alcuni effetti
collaterali, ad esempio sulla salute, sui rischi di incendio e sul
taglio illegale dei boschi. La troika sembra comunque soddisfatta dei
risultati che ha ottenuto – quindi , come si permettono le vittime
delle sue scelte politiche di non essere d’accordo e protestare? (Ci
sarebbe da dire che le richieste della troika volevano portare le tasse
su carburante da riscaldamento e trasporti allo stesso livello, per
evitare frodi, ma non indicavano esattamente a quale livello - e
Stournaras, forse per non chiedere ai professori di Bruxelles, ha scelto
il più alto). Per le persone che adesso consumano più energia
elettrica per il riscaldamento, c’è anche la possibilità di godersi
anche un pizzico dell'effetto della "liberalizzazione del settore
dell'energia", tanto che la spesa sta diventando insostenibile, e le
bollette hanno subito un aumento del 9% (di più per i piccoli consumi,
di meno per i consumi maggiori! ), in attesa dell’aumento del 20%, che
dovrebbe essere approvato entro quest'anno .
Intanto
le società che forniscono l’energia pubblica, ogni mese stanno
tagliando gas e luce a 30.000 utenti che non possono pagare le
bollette! In pratica in Grecia da 300 a 500 mila famiglie vivono già
letteralmente al buio.
giovedì 7 febbraio 2013
mercoledì 6 febbraio 2013
martedì 5 febbraio 2013
lunedì 4 febbraio 2013
Vaccini: il governo Monti fa annientare i bambini – di Gianni Lannes
domenica 3 febbraio 2013
sabato 2 febbraio 2013
venerdì 1 febbraio 2013
Ci si puo' rifiutare di ritirare la scheda elettorale.
Cosi' facendo si rende il voto nullo anzichè farlo conteggiare ed assegnare in proporzione ai vari partiti!!!!
Reddito di cittadinanza
Beppe Grillo a Trapani: "Nessuno deve rimanere indietro. Reddito di cittadinanza! Solo noi e la Grecia non l'abbiamo in tutta Europa. Non devi fare qualsiasi lavoro per qualsiasi stipendio. Devi essere SODDISFATTO del tuo lavoro e guadagnare uno stipendio più che dignitoso! A lavorare in un call center a 400 euro al mese ci vadano i figli della Fornero!"
CHI BOICOTTA DE MAGISTRIS?
Da Radio24
Luigi De Magistris
"Abbiamo avuto un disservizio sul rifornimento del gasolio che è durato in realtà tre ore. Tre ore di disagio per le quali mi scuso, pur non avendone responsabilità, coi cittadini". Così Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ospite a "24 Mattino" su Radio 24 parla del disagio sui trasporti pubblici di due giorni fa. "C'è stata una cosa un po' strana che stiamo verificando - ha detto il sindaco che ha parlato di ‘una manina per creare il disagio' -. Credo sia successo qualcosa di squallido di qualcuno che vuol fare la campagna elettorale su Napoli".
LUIGI DE MAGISTRIS NEL VIDEO CIAO AL Alla domanda se si riferisse alla società che gestisce il trasporto pubblico o ai fornitori di carburante il sindaco ha risposto: "Stiamo verificando, purtroppo non faccio più il magistrato, però il sindaco ha possibilità per investigare. Quando le cose saranno più chiare le renderemo pubbliche". De Magistris ha anche assicurato che "gli stipendi dei dipendenti di Napoli servizi non sono a rischio. Per un anno e mezzo siamo stati sul filo del rasoio con il rischio di non pagare ma da febbraio in poi non avremo più rischi di stipendi come è stato finora".
De Magistris poi ha attaccato duramente il Pd: "Hanno governato 20 anni a Napoli e han lasciato un miliardo e mezzo di debiti e 850 milioni di disavanzo, una tragedia, hanno lasciato il Comune e la società trasporti in situazione fallimentare. A quel fallimento ci ha portato l'apparato del Pd napoletano. Sentire quelli là che han distrutto una città pontificare sui disservizi in città fa rabbia".
DE MAGISTRIS ALLO STADIO SAVIANOIl sindaco napoletano ce l'ha anche con Roberto Saviano: "Pur avendolo invitato molte volte in un anno e mezzo non l'ho mai visto. Gli ho detto che in un momento difficile avrei avuto piacere ad averlo al mio fianco. Lui, da oltreoceano, senza conoscere i fatti, ha deciso di attaccare pesantemente con l'autorevolezza che gli è propria e questo non aiuta la città. A me farebbe piacere avere Saviano al nostro fianco, questo non accade, fa anche lui campagna elettorale e non fa niente".
Sulla politica nazionale, de Magistris si è detto sicuro che "ci sia un accordo Monti-Pd con anche Vendola. Al di là delle schermaglie da campagna elettorale, sono pronto a scommettere che l'accordo già è scritto. Da parte di ‘Rivoluzione civile' altro che desistenza ad apparati di potere. Al limite facciamo resistenza".
Infine de Magistris, nel commentare la notizia della chiusura del contenzioso di Maradona col fisco italiano, si è azzardato in un pronostico a prova di scaramanzia: "Lo invitiamo per la vittoria dello scudetto del Napoli, speriamo. Maradona a Napoli dopo tanti anni per festeggiare una vittoria del Napoli che sta andando forte". All'insistenza del conduttore se si riferisse allo scudetto di quest'anno, de Magistris ha detto: "Sì, questo, questo, speriamo".
roberto saviano e fabio fazio
PER I SONDAGGISTI L'EFFETTO-ANGELA NON INFLUIRÀ SUL VOTO
Questo è l'ennesimo bluff, pro Monti.
Fabio Martini per "la Stampa"
MERKEL-MONTI MERKEL-MONTIGli sherpa italiani avevano sommessamente consigliato la Cancelliera: meglio evitare elogi troppo caldi a Mario Monti. Il presidente del Consiglio voleva evitare un effetto-Merkel (confermando la vulgata che lo vuole interprete acritico dei desiderata tedeschi) e la Cancelliera ha mangiato la foglia: a differenza che nei precedenti incontri tenuti a Berlino con Monti, i giornalisti non sono stati ospitati nell'area conferenze stampa della Bundeskanzleramt ma in quella riservata agli statement (dichiarazioni senza domande) e, soprattutto la Merkel ha accreditato la versione di un Monti "antagonista" della Germania, condendo il concetto con una successiva aggiunta, nella quale si è confusa, usando termini imprecisi.
Testualmente ha detto che dall'impegno di Monti per difendere gli interessi dell'Italia «ci sono anche problemi difficili, che dobbiamo risolvere». Più tardi l'ambasciata tedesca a Roma ha diffuso la versione ufficiale dello statement, correggendo l'originario «ci sono» con un più corretto «ne conseguono».
IL SORRISO TRA ANGELA MERKEL E MARIO MONTI Certo, la Cancelliera incappa spesso in espressioni non da purista e quindi è impossibile stabilire se il piccolo impiccio verbale sia stato determinato da un filo d'imbarazzo. Ed è altrettanto vero che la trattativa in vista del vertice europeo si profila davvero difficile e potenzialmente onerosa per l'Italia.
MERKEL MONTI Però il messaggio che stava a cuore agli italiani alla fin fine è passato: la Merkel ha accreditato l'immagine (oltretutto corrispondente al senso dell'incontro) di un Monti difensore degli interessi nazionali e questo interessava al Professore. Ben consapevole di quale sia l'essenza dei suoi personali rapporti con Angela Merkel nell'arco degli ultimi 14 mesi: inizialmente la Cancelliera era stata decisamente sollevata dall'epifania di Monti, che aveva salvato Italia e areaeuro, ma successivamente la Merkel aveva dovuto fare i conti col crescente protagonismo italiano, una dialettica culminata in un vero e proprio incidente diplomatico col presidente del Consiglio, in coda al vertice europeo che decise lo scudo anti-spread.
Merkel, Silvio Berlusconi, Mario Monti Ma, al di là delle cautele messe in atto, l'incontro con la Merkel può comunque determinare un "effetto", legato all'immagine non idilliaca della Cancelliera presso l'opinione pubblica italiana? Nei principali istituti di sondaggio, i responsabili non prendono in considerazione l'argomento, con una risposta sostanzialmente convergente: «Novanta secondi di immagine nei Tg della sera con le immagini di Monti e Merkel non spostano un voto».
Sostiene Roberto Weber, leader di uno degli istituti più accreditati, la triestina Swg: «Un evento di questo tipo non determina effetti rilevanti per una serie di motivi. I fatti che spostano opinioni sono soprattutto quelli che producono effetti mobilitanti nel proprio bacino elettorale, riportando al voto elettori disillusi. Poi ci sono vicende, come quella del Monte dei Paschi, che possono influire ma in questo caso più come effetto depressivo su un elettorato.
Quanto allo spauracchio della Merkel, molto difficile che agitarlo possa giovare al centrodestra, perché su quei temi lì chi dice le cose meglio è Grillo». Ma è altrettanto vero che, come fa notare Fabrizio Masia leader della Emg, che il grande equilibrio in diverse Regioni potrebbe finire per moltiplicare l'effetto di suggestioni ben mirate: «Un singolo episodio, come per esempio il più recente incontro svolto a Berlino, molto difficilmente sposta voti, ma può invece andare a collocarsi come tassello di un mosaico più grande. In altre parole, una battuta felice e infelice o un incontro come quello Merkel-Monti possono andarsi a sovrapporsi ad un giudizio sospeso e spostare opinioni. Misurare in modo impressionistico il singolo fatto, ovviamente, è impossibile».
VIGNETTA DELLA BILD - MERKEL VERSIONE SCROFA CHE ALLATTA I MAIALINI ITALIANI 2 - MA I TEDESCHI CI VEDONO MAIALINI CHE SUCCHIANO DALLA SCROFA ANGELA...
Da "Libero"
L'Italia dei professori è un maialino tricolore sorridente ai piedi di Angela Merkel che allatta stancamente altri tre maialini famelici, disegnati con i colori nazionali di Grecia, Portogallo e Spagna. A Carnevale, ogni scherzo vale. Ma una buffonata così volgare, con la cancelliera raffigurata come una scrofa («Muttersau ») adagiata con i suoi porcellini accanto ad una mangiatoia piena di lingotti delle riserve auree tedesche, nessuno poteva immaginarsela.
MERKEL SAMARAS Tanto meno era immaginabile una simile scurrilità in occasione della visita di Mario Monti nella capitale sulla Sprea. Ma la fantasia mordente degli organizzatori del Carnevale di Colonia non conosce i confini cerimoniosi della diplomazia e la scena architettata per la prossima sfilata dei carri allegorici nella metropoli sul Reno è stata squadernata a tutta pagina dalla Bild Zeitung proprio alla vigilia del blitz berlinese di Mario Monti. Titolo del servizio: «I maialini dell'Unione Europea succhiano la cancelliera ».
MARIANO RAJOY E ANGELA MERKEL«Sarà il carro più nudo della sfilata del lunedì grasso», è l'informazione che completa il titolo dell'articolo. Leggiamolo: «La cancelliera con i quattro porcellini nei colori nazionali di greci, portoghesi, italiani e spagnoli che ciucciano le tette strapiene di finanze!». Chissà come si divertirà la folla della sfilata. Il Lunedì grasso di Colonia è un evento di massa. Poi, nella penna dell'autore dell'articolo, sorge il dubbio: «Perché Muttersau Merkel, un po' affaticata ma relativamente soddisfatta, accetta la scena?». Punto a capo e risposta immediata della Bild Zeitung: «Angie probabilmente sa che guadagnerà parecchio con le iniezioni finanziarie ai maialini affamati. E al tempo stesso, vengono fortemente sospinte le esportazioni tedesche».
Fabio Martini per "la Stampa"
MERKEL-MONTI MERKEL-MONTIGli sherpa italiani avevano sommessamente consigliato la Cancelliera: meglio evitare elogi troppo caldi a Mario Monti. Il presidente del Consiglio voleva evitare un effetto-Merkel (confermando la vulgata che lo vuole interprete acritico dei desiderata tedeschi) e la Cancelliera ha mangiato la foglia: a differenza che nei precedenti incontri tenuti a Berlino con Monti, i giornalisti non sono stati ospitati nell'area conferenze stampa della Bundeskanzleramt ma in quella riservata agli statement (dichiarazioni senza domande) e, soprattutto la Merkel ha accreditato la versione di un Monti "antagonista" della Germania, condendo il concetto con una successiva aggiunta, nella quale si è confusa, usando termini imprecisi.
Testualmente ha detto che dall'impegno di Monti per difendere gli interessi dell'Italia «ci sono anche problemi difficili, che dobbiamo risolvere». Più tardi l'ambasciata tedesca a Roma ha diffuso la versione ufficiale dello statement, correggendo l'originario «ci sono» con un più corretto «ne conseguono».
IL SORRISO TRA ANGELA MERKEL E MARIO MONTI Certo, la Cancelliera incappa spesso in espressioni non da purista e quindi è impossibile stabilire se il piccolo impiccio verbale sia stato determinato da un filo d'imbarazzo. Ed è altrettanto vero che la trattativa in vista del vertice europeo si profila davvero difficile e potenzialmente onerosa per l'Italia.
MERKEL MONTI Però il messaggio che stava a cuore agli italiani alla fin fine è passato: la Merkel ha accreditato l'immagine (oltretutto corrispondente al senso dell'incontro) di un Monti difensore degli interessi nazionali e questo interessava al Professore. Ben consapevole di quale sia l'essenza dei suoi personali rapporti con Angela Merkel nell'arco degli ultimi 14 mesi: inizialmente la Cancelliera era stata decisamente sollevata dall'epifania di Monti, che aveva salvato Italia e areaeuro, ma successivamente la Merkel aveva dovuto fare i conti col crescente protagonismo italiano, una dialettica culminata in un vero e proprio incidente diplomatico col presidente del Consiglio, in coda al vertice europeo che decise lo scudo anti-spread.
Merkel, Silvio Berlusconi, Mario Monti Ma, al di là delle cautele messe in atto, l'incontro con la Merkel può comunque determinare un "effetto", legato all'immagine non idilliaca della Cancelliera presso l'opinione pubblica italiana? Nei principali istituti di sondaggio, i responsabili non prendono in considerazione l'argomento, con una risposta sostanzialmente convergente: «Novanta secondi di immagine nei Tg della sera con le immagini di Monti e Merkel non spostano un voto».
Sostiene Roberto Weber, leader di uno degli istituti più accreditati, la triestina Swg: «Un evento di questo tipo non determina effetti rilevanti per una serie di motivi. I fatti che spostano opinioni sono soprattutto quelli che producono effetti mobilitanti nel proprio bacino elettorale, riportando al voto elettori disillusi. Poi ci sono vicende, come quella del Monte dei Paschi, che possono influire ma in questo caso più come effetto depressivo su un elettorato.
Quanto allo spauracchio della Merkel, molto difficile che agitarlo possa giovare al centrodestra, perché su quei temi lì chi dice le cose meglio è Grillo». Ma è altrettanto vero che, come fa notare Fabrizio Masia leader della Emg, che il grande equilibrio in diverse Regioni potrebbe finire per moltiplicare l'effetto di suggestioni ben mirate: «Un singolo episodio, come per esempio il più recente incontro svolto a Berlino, molto difficilmente sposta voti, ma può invece andare a collocarsi come tassello di un mosaico più grande. In altre parole, una battuta felice e infelice o un incontro come quello Merkel-Monti possono andarsi a sovrapporsi ad un giudizio sospeso e spostare opinioni. Misurare in modo impressionistico il singolo fatto, ovviamente, è impossibile».
VIGNETTA DELLA BILD - MERKEL VERSIONE SCROFA CHE ALLATTA I MAIALINI ITALIANI 2 - MA I TEDESCHI CI VEDONO MAIALINI CHE SUCCHIANO DALLA SCROFA ANGELA...
Da "Libero"
L'Italia dei professori è un maialino tricolore sorridente ai piedi di Angela Merkel che allatta stancamente altri tre maialini famelici, disegnati con i colori nazionali di Grecia, Portogallo e Spagna. A Carnevale, ogni scherzo vale. Ma una buffonata così volgare, con la cancelliera raffigurata come una scrofa («Muttersau ») adagiata con i suoi porcellini accanto ad una mangiatoia piena di lingotti delle riserve auree tedesche, nessuno poteva immaginarsela.
MERKEL SAMARAS Tanto meno era immaginabile una simile scurrilità in occasione della visita di Mario Monti nella capitale sulla Sprea. Ma la fantasia mordente degli organizzatori del Carnevale di Colonia non conosce i confini cerimoniosi della diplomazia e la scena architettata per la prossima sfilata dei carri allegorici nella metropoli sul Reno è stata squadernata a tutta pagina dalla Bild Zeitung proprio alla vigilia del blitz berlinese di Mario Monti. Titolo del servizio: «I maialini dell'Unione Europea succhiano la cancelliera ».
MARIANO RAJOY E ANGELA MERKEL«Sarà il carro più nudo della sfilata del lunedì grasso», è l'informazione che completa il titolo dell'articolo. Leggiamolo: «La cancelliera con i quattro porcellini nei colori nazionali di greci, portoghesi, italiani e spagnoli che ciucciano le tette strapiene di finanze!». Chissà come si divertirà la folla della sfilata. Il Lunedì grasso di Colonia è un evento di massa. Poi, nella penna dell'autore dell'articolo, sorge il dubbio: «Perché Muttersau Merkel, un po' affaticata ma relativamente soddisfatta, accetta la scena?». Punto a capo e risposta immediata della Bild Zeitung: «Angie probabilmente sa che guadagnerà parecchio con le iniezioni finanziarie ai maialini affamati. E al tempo stesso, vengono fortemente sospinte le esportazioni tedesche».
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